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  #APE Cambia Abito  
“Cambio di vestito” per l’ APE
 
 
Arriva dunque l’Ape unico, che – ai sensi del Dlgs 192/2005 – supererà l'attuale “frammentazione” locale
(cioè i vari strumenti adottati da regioni e province autonome in conformità alla direttiva 2010/31/Ue),
applicando in modo omogeneo e coordinato l'attestazione su tutto il territorio nazionale.
 
Le Linee guida nazionali prevedono metodologie di calcolo, anche semplificate per gli edifici di ridotte dimensioni, finalizzate a ridurre i costi a carico dei cittadini.
 
La validità temporale massima è subordinata al rispetto delle prescrizioni per le operazioni di controllo di efficienza energetica degli impianti tecnici dell'edificio,
in particolare per gli impianti termici, comprese le eventuali necessità di adeguamento.
 
Nel caso di mancato rispetto di dette disposizioni, l'Ape decade il 31 dicembre dell'anno successivo a quello in cui è prevista la prima scadenza non rispettata per le predette operazioni di controllo di efficienza energetica.
 
La mancanza di adeguamento alla direttiva europea non farebbe chiudere la procedura di infrazione aperta dall’Ue a carico dell’Italia
e il nostro Paese non potrebbe utilizzare i fondi strutturali della programmazione 2014-2020.
 
Si dovranno indicare le emissioni di anidride carbonica, così come la quantità dell’energia esportata. 
 
Le sette classi energetiche diventeranno dieci, con una gamma che va dall’A4 (il massimo della qualità) alla G (la classe minima),
e il certificato avrà, come adesso, validità di dieci anni.
 
Una novità riguarda le proposte per il miglioramento dell’efficienza energetica che dovranno essere contenute nello stesso APE redatto da un certificatore riconosciuto.
 
Richiesto almeno un sopralluogo, non solo all’unità immobiliare, ma anche all’intero edificio.
 
Sarà infine istituito il SIAPE, ossia un catasto di APE in cui tutte le regioni dovranno inserire i dati energetici relativi agli edifici del proprio territorio. 
 
In un secondo momento, questo “catasto energetico” sarà integrato e congiunto a quello dell’edilizia.
 
Per salvaguardare il lavoro dei professionisti, saranno introdotte nuove sanzioni per attestati non corretti, a carico del certificatore ci sarà una multa da 700 a 4200 euro.
 
 
 
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